Esiste la possibilità di ricevere un indennizzo mensile di quasi 600 euro e con solo 5 anni di contributi versati: cosa prevede la legge.
In Italia è possibile ottenere una molteplicità di agevolazioni, sussidi ed indennizzi, ma è fondamentale che i requisiti che ognuna di queste misure richiede vengano rispettati per poter rientrare nella platea dei beneficiari. In tale contesto esiste la possibilità, per molti lavoratori, di ricevere un indennizzo mensile che sfiora i 600.
E la particolarità aggiuntiva di questa forma di aiuto è che il requisito richiesto è alla portata di molti in quanto occorrono solo cinque anni di contributi versati. Scopriamo di che cosa si tratta, a chi può dare una mano ed in che modo è possibile richiederlo.
La somma precisa che viene corrisposta se i requisiti vengono rispettati è pari a 598,61 euro mensili. Si tratta di una rendita pari al trattamento minimo di pensione che sarà possibile percepire fino al momento in cui si raggiungeranno i requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia. Prima di entrare nel merito dei beneficiari è bene sottolineare che l’introduzione della misura fa capo al DL 207 del 1996. Ma, nel corso degli anni, è stata ripetutamente modificata e rinnovata arrivando a definitiva stabilizzazione con la legge di bilancio del 2017.
Successivamente è stato però aumentato il contributo aggiuntivo per finanziare la prestazione per gli iscritti alla cassa previdenziale relativa alla categoria dei beneficiari. Fatta questa premessa possiamo concentrarci sui destinatari di questo incentivo: si tratta dei commercianti che rottamano la licenza andando contestualmente a chiudere definitivamente la propria attività. Si parla, dunque, dei soggetti che esercitano attività commerciale al minuto in sede fissa sia in qualità di titolari che di coadiutori. Il requisito principale è quello dell’iscrizione alla Gestione speciale commercianti da almeno cinque anni nel momento in cui si decide di cessare l’attività.
Questo, però, comporta una serie di dubbi in merito al fatto che debba trattarsi o meno di cinque anni continuativi. Gli esperti in materia ricordano che il periodo relativo ai contributi versati deve essere unicamente collegato all’attività commerciale per la quale si effettua richiesta di indennizzo. Dunque non necessariamente continuativo. Altro requisito è quello anagrafico: al momento dell’invio della domanda bisognerà avere almeno 62 o 57 anni rispettivamente per uomini e donne.
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