Ricevere una multa a causa dell’autovelox non piace a nessuno, a volte però è possibile evitare di pagarla. Ecco quando questo accade.
Subire una multa non piace certamente a nessuno, soprattutto perché, salvo casi particolari, si cerca di fare il possibile per rispettare il Codice della Strada, così da non causare pericoli a se stessi e agli altri. Una delle sanzioni più diffuse è legata però al superamento del limite di velocità, che non sempre dipende dal voler essere spericolati. A volte, infatti, questa scatta anche se ci si rende conto di essere in ritardo e si tende così a premere un po’ troppo il pedale dell’acceleratore. Del resto, può bastare davvero poco per far sì che scatti la sanzione.
Farla franca può quindi risultare difficile, a maggior ragione se in quel tratto di strada percorso è installato un autovelox, strumento utilizzato proprio per individuare i “furbetti” che agiscono senza pensarci troppo. In realtà, ci sono delle situazioni in cui non è detto che l’importo sia voluto.
La presenza di un autovelox in strada spinge inevitabilmente a moderare la velocità per timore di subire una multa. A volte, però, l’obiettivo non viene raggiunto, per questo anche se il limite viene superato di poco la sanzione scatta in automatico. Questo non può che generare dispiacere, soprattutto perché si tratta di una situazione che a volte può riguardare anche chi è attento alla guida.
In realtà, non è detto che ricevere il verbale tanto odiato possa comportare la necessità di mettere mano al portafoglio. O meglio, ci sono delle situazioni in cui alla fine può essere l’automobilista ad avere ragione. È infatti necessario che il dispositivo sia approvato e omologato, mentre spesso si riscontra solo la prima caratteristica, come emerso da una sentenza della Cassazione, che ha dato ragione a un uomo che aveva fatto ricorso.
Purtroppo si tratta di una situazione più frequente di quanto si possa pensare, che potrebbe risultare un boomerang per molte amministrazioni comunali, che potrebbero vedersi recapitare una serie di ricorsi inaspettati. Si tratta, però, di un aspetto che non deve essere trascurato, visto che strumenti simili dovrebbero servire innanzitutto per tutelare la sicurezza di tutti, non tanto per fare cassa.
L’approvazione, infatti, serve solo ad autorizzare il prototipo secondo gli standard previsti, mentre l’omologazione consente di avere la certezza che il dispositivo abbia tutti i requisiti tecnici previsti dalla normativa e ne consenta la riproduzione in serie. Verificare che esistano entrambi questi elementi è determinante per fare in modo che tutto avvenga in modo corretto, comprese le rilevazioni. In caso contrario, infatti, la velocità segnalata potrebbe non essere quella reale.
Se si è da poco ricevuto una multa a causa della velocità eccessiva non resta che capire se si rientra tra le persone che potrebbero vedersi annullata questa sanzione. Basta semplicemente inserire il numero di autovelox su internet e verificare se esistono già pronunce su quell’apparecchio. In alternativa, è possibile richiedere un accesso agli atti per verificare se abbia o meno un certificato di omologazione.
Ci sono infatti alcune amministrazioni che desiderano essere trasparenti verso la cittadinanza, per questo consentono anche di verificare questo dato. Se si nota un’irregolarità, è possibile fare ricorso al prefetto o all’amministrazione comunale di riferimento, entro 60 giorni dalla sanzione. Questa procedura è gratuita, ma in caso di torto l’importo previsto raddoppia. È possibile, però, anche rivolgersi al giudice di pace entro 30 giorni dalla sanzione, aprendo un contenzioso che può però avere tempi lunghi.
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