Lavare i jeans comporta diverse complicanze per l’ambiente e per la qualità del tessuto: ogni quanto andrebbero lavati.
In questi anni, di teorie sul capo di abbigliamento tanto amato dalla platea sono state delle più fantasiose, ma nel detto che i jeans non andrebbero lavati vi è un fondo di verità. Solo l’idea può fare inorridire i tanti, ma come in ogni caso, a darci una risposta concreta è stata la scienza. Partiamo dal presupposto che lavare frequentemente gli indumenti può rovinare i tessuti e soprattutto avere un impatto notevole sull’ambiente. Il lavaggio errato comporta uno spreco ingente d’acqua, energia, detersivi e con conseguente produzione di microplastiche. Tuttavia, è anche vero che risulta quasi impossibile non lavare indumenti come biancheria e qualunque altro capo a contatto con la pelle. Tuttavia, per il jeans, il discorso sembra prendere una piega differente.
A far emergere alla luce la teoria sul lavaggio del jeans è stato proprio il CEO di Levi’s, Chip Bergh, il quale dichiarò di non lavare i suoi jeans storici da più di un anno. La sua rivelazione arrivò su Linkedin, dove lo stesso ha argomentato la questione. L’uomo ha spiegato alla platea che non lava i jeans in lavatrice è importante anche per mantenere intonso il tessuto e il colore originario. Detto da lui, per quanto bizzarro, merita comunque una certa attenzione. Motivo per cui, è stata approfondita la sua teoria.
Non lavare i jeans oltre questa tempistica: tra risparmio e salvaguardia dell’ambiente
I fattori sono tre: risparmiare ingenti quantità d’acqua, non avere un impatto negativo per l’ambiente e conservare i jeans come fossero nuovi per quanto più tempo possibile. Tutte motivazioni alquanto valide. “Abbiamo appreso – si legge nel post del CEO – che un paio di jeans consuma circa 3.500 litri di acqua, e questo dopo soli due anni di utilizzo, lavando i jeans una volta alla settimana”. Poi prosegue affermando che “ciò equivale a 6.700 bicchieri di acqua potabile”. In sostanza, ogni paio di jeans genera l’emissione circa 33,4 kg di anidride carbonica, ossia una quantità emessa da un aereo che fa il giro del mondo per 2.372 volte.
Visto il grosso impatto sull’ambiente, il CEO sostiene che questo comporta anche un dispendio inutile di denaro. In primo luogo ci spiega che una volta a settimana è più che sufficiente, a patto che questi vengano lavati a mano o sotto la doccia (si, con il pantalone addosso). Tuttavia, a dirla tutta, potrebbero tranquillamente non essere lavati, ma puliti con una semplice salvietta. Nel 2011, i ricercatori dell’Università di Alberta (in Canada) hanno condotto un esperimento davvero curioso, utilizzando i jeans sporchi di uno dei loro studenti.
Josh Le non ha lavato i suoi jeans per 15 mesi, e dopo tale data, sono stati analizzati e messi in lavatrice. “Mi aspettavo di trovare alcuni batteri presenti nell’intestino, come l’Escherichia coli”, ha affermato Rachael McQueen, prof.ssa dell’Università di Alberta. Tuttavia, la ricerca ha mostrato una quantità di batteri uguale allo stesso jeans, utilizzato per sole due settimane. I risultati hanno scovato solamente batteri comuni, nonchè innoqui, presenti nella pelle umana. In conclusione, l’esperimento dimostra che, in questo caso, la crescita di batteri non è maggiore in base al tempo di utilizzo senza lavaggio.