Una nuova teoria che arriva direttamente dal Canada si scaglia contro il GPS: è uno strumento che non aiuterebbe la mente.
La tecnologia ha sconvolto letteralmente le nostre vite e da quando la utilizziamo molte azioni quotidiane sono cambiate radicalmente. Al giorno d’oggi, grazie ai dispositivi tecnologici oppure agli elettrodomestici che si hanno in casa, la quotidianità è diventata molto più semplice e veloce rispetto a un secolo fa. Per molti esperti, però, la tecnologia ha avuto anche un impatto negativo sulle nostre menti.
Anche se molte persone non apprezzano la tecnologia, è indubbio che questa abbia aiutato e stia aiutando molto tantissime persone, ma spesso purtroppo viene utilizzata anche in maniera sbagliata o per fare del male ad altre persone.
In questo caso, però, diversi esperti hanno formulato una teoria secondo la quale la tecnologia del GPS abbia influito negativamente sulle menti delle persone.
Il GPS, acronimo di Global Positioning System, è una delle tecnologie più famose e utilizzate dai servizi online per gli utenti.
In poche parole si tratta di quella tecnologia che permette ai dispositivi smart di conoscere la nostra posizione del mondo in tempo reale. È la tecnologia alla base dei navigatori satellitari delle automobili, ad esempio, ma anche di Google Maps che spesso viene utilizzato sugli smartphone.
Grazie al GPS, inoltre, tantissime applicazioni e servizi riescono a fornirci informazioni più dettagliate e precise in base alla nostra posizione geografica nel mondo: per esempio è una tecnologia utilizzata anche da WhatsApp quando bisogna mandare la posizione in tempo reale in chat. Nonostante abbia degli utilizzi davvero importanti, il GPS, secondo una teoria, influirebbe negativamente sulla nostra memoria.
Un team di ricerca della McMaster University in Canada ha condotto uno studio sull’orientamento chiedendo a diverse persone, comprese tra i 18 e gli 87 anni, di attraversare un bosco utilizzando solo una bussola e una mappa. Al termine dell’esperimento si è scoperto che i partecipanti più esperti riuscivano a orientarsi in modo migliore, dunque si è evinto che anche nell’orientamento bisogna allenare la propria mente.
In fin dei conti si è formulata la teoria secondo la quale chi utilizza spesso o sempre il GPS per orientarsi ha una memoria meno efficace rispetto a chi invece non lo utilizza. Questo perché molte persone sono abituate a utilizzare il GPS senza orientarsi con la memoria e con la mente e questo potrebbe portare a un’efficienza più scarsa del cervello in certe situazioni.
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