Provate ad andare alla homepage, scrivete la frase e poi cliccate su “Mi sento fortunato”…
La spiegazione? Molto molto difficile: la pagina in questione ha dato ordine ad uno specifico motore (guarda caso che usa lo spider “googlebot”) di non indicizzarlo, inserendo nel suo codice l’istruzione: (meta name=”googlebot” content=”noindex, nofollow”).
Però Google non solo ha disubbidito, ma l’ha addirittura messa al primo posto, anche se nella pagina non appare né “miserabile”, né “fallimento”.
Abbiamo fatto una rapida ricerca in rete svelando l’arcano: questo scherzo si organizza inserendo, nel maggior numero di siti (solitamente blog) possibile, la parola chiave col collegamento ipertestuale verso la pagina che si vuole colpire. In questo modo l’algoritmo di Google accosterà le parole con la pagina del collegamento, anche se in essa le stesse parole non sono affatto presenti.
Ricorda molto la ricerca di qualche tempo fa sulle “armi di distruzione di massa”.
Oppure sulla keyword dell’ultima ora: failure oppure schifoso razzista!
Questo nuovo sport ha anche un suo nome: si chiama Googlebombing!!!!!!!
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